Anatomia di una lettera - Scriptorium

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Anatomia di una lettera

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Anatomia di una lettera

Per identificare o costruire un carattere è fondamentale acquisire familiarità con il vocabolario di calligrafia.
Sfortunatamente non esiste una nomenclatura ufficiale concordata, per cui a nostri fini, useremo i termini comunemente preferiti da calligrafi, paleografi, tipografi. Sebbene qui siano usati solo alcuni caratteri, i termini usati per descrivere i loro componenti sono applicabili a tutte le lettere dell’alfabeto.

anatomia di una lettera

Penne diritte e penne inclinate.

Qui di seguito, troveremo spesso riferimenti a “penne diritte” e “penne inclinate”che possono generare una certa confusione, dato che un penna diritta ha in genere una punta o pennino a taglio obliquo (inclinato) e una penna inclinata a una punta o pennino a taglio diritto. Il nome deriva dal modo come si tiene la mano: la penna diritta si tiene orizzontalmente per produrre aste spesse e tatti orizzontali sottili; quella inclinata è tenuta ad un angolo di circa 30° (inclinato) per creare tratti orizzontali e verticali di peso simile.
Una penna diritta ha un angolo tagliato a 70° rispetto alla cannuccia, una penna inclinata ha un angolo retto rispetto alla cannuccia.

LA COSTRUZIONE DELLE CALLIGRAFIE

6.2.1. CAPITALE RUSTICA - II-XI sec c.

Se il calligrafo di oggi qualche volta appare un po’ disorientato di fronte alla varietà di scritture disponibili, sia moderne che storiche, non doveva essere lo stesso per un amanuense del primo periodo romano, che aveva a disposizione solo tre calligrafie di base. La prima era la splendida Capitale Imperiale (che qui tratteremo in seguito come Ricerca) la più complessa di tutte le scritture, usata nelle iscrizioni monumentali. La seconda scrittura era un corsivo veloce adatto a svolgere gli atti quotidiani di minore importanza. La terza scrittura era la Capitale Rustica, un’elegante alternativa alla Capitale Imperiale come elegante alternativa.

Il DUCTUS della Capitale Rustica si differenzia dalle altre calligrafie presentate per l’inclinazione della penna, che può arrivare a 85° rispetto all’orizzontale per i tratti verticali sottili. Quest’angolo scende fino a 45° per i piedi delle grazie e i tratti diagonali. Dall’alto dell’asta all’inizio del piede all’inizio del piede, il pennino ruota quindi di 40° e questo passaggio è la chiave per una buona esecuzione delle Capitali Rustiche.
La calligrafia viene eseguita con un pennino a punta diritta.

ONCIALE - III – VIII sec.

La scrittura Onciale Romana (Lettera Uncialis) nacque nel II-III secolo d.C., probabilmente nell’Africa settentrionale. Anche se le sue origini sono soggette a congetture, esistono notevoli somiglianze con l’Onciale greca, una pratica scrittura curvilinea in uso da III secolo a.C. che rappresentava la scrittura ufficiale della Chiesa Cristiana. Dal II secolo il Cristianesimo aveva raggiunto sempre maggiore importanza all’interno dell’Impero Romano ed è probabile che i primi cristiani avessero adattato alla lingua latina l’Onciale greca per creare una forma di scrittura adatta alla loro religione.

ORIGINE DELLE MINUSCOLE


Le origine delle lettere minuscole moderne possono essere ricercate nella scrittura Onciale. Le lettere d,h, e l sono più alte delle capitali, mentre le lettere i, f, n, p, q, e r scendono al di sotto della linea di base. Un ulteriore distacco dalla forma capitale è evidente dall’assenza di grazie elaborate. Questa semplicità fa dell’Onciale , insieme alla Minuscola Carolina, la scrittura ideale per imparare le regole fondamentali su come maneggiare una penna e sulla calligrafia.

L’Onciale è una calligrafia funzionale di facile scrittura, mentre l’Onciale Artificiale è soggetta a elaborazioni che richiedono numerose rotazioni della penna e cambiamenti di inclinazione. Entrambe le forme sono considerate bilineari (scritte tra due righe orizzontali), ma danno inizio a una tendenza che porterà allo sviluppo delle moderne lettere minuscole.
Viene scritta con una penna inclinata e un’angolazione di 30°.
Rotazioni della penna.
Nell’Onciale Artificiale, le caratteristiche rotazioni della penna, necessarie per disegnare le grazie delle lettere, possono esser eseguite con facilità e velocemente.

Disegnate un filetto orizzontale, usando l’intera lunghezza del pennino.
2.- Raggiunta la fine del tratto, ruotate progressivamente la penna in senso antiorario passando da un tratto orizzontale a uno quasi verticale e sollevate la penna. La grazie che ne risulta è rientrante con una piccola sporgenza in altro a destra.
3.- La grazia può essere perfezionata tracciando con l’angolo del pennino un filetto verticale. L’area potrà essere successivamente riempita con l’inchiostro.

MAUSCOLA INSULARE - VIII-X secolo

Il nome Maiuscola Insulare discende dalle origini geografiche della scrittura, nata in gran Bretagna e Irlanda.
“Insulare” deriva dal nome latino di “isola” e “Maiuscola” si riferisce all’altezza delle lettere. In quanto calligrafia di prestigio, la Maiuscola Insulare è caratterizzata da lettere disegnate lentamente  e in modo accurato, con molti sollevamenti della penna. All’inizio del medioevo in Gran Bretagna e Irlanda rappresentava la calligrafia preferita per i manoscritti sacri in latino, da cui vengo due dei migliori libri conosciuti: il Vangelo di Lindisfarne e il Libro di Kells.

La Maiuscola Insulare, ha la maggior parte delle lettere composte da tratti misti che richiedono molti stacchi della penna.
Ascendenti e discendenti sono corte e la scrittura tende ad essere in neretto,con l’altezza delle lettere tra 3 e 5 volte il pennino. Le lettere sono ben spaziate e l’interlinea è pari a circa due volte l’occhio medio.
Si disegnano con un pennino a punta inclinata ed un’angolatura compresa tra l’orizzontale e 15°. La distintiva grazia a cuneo si realizza tracciando un breve tratto discendente a circa 45° verso l’asta della lettera.
Le frecce orizzontali vengono realizzate  usando l’angolo del pennino per disegnare i contorni della freccia e riempire lo spazio d’inchiostro.

MINUSCOLA INSULARE – VI – XI secolo

Accanto a ogni calligrafia formale di grande prestigio, di solito compariva una calligrafia complementare per gli affari quotidiani e per i manoscritti non religiosi. Nel caso della Maiuscola Insulare, la scrittura complementare è la Minuscola Insulare che compare già verso la fine del V secolo. In Inghilterra rimase in uso fino al 1066 e in Irlanda è sopravissuta nel Gaelico fino al XX secolo, divenendo così una delle scritture di origine latina più durature.

Per il calligrafo il ductus della Minuscola Insulare è uno dei più soddisfacenti da realizzare. Nella minuscola anglosassone qui presentata, il caratteristico aspetto appuntito (più evidente nelle discendenti) si ottiene aumentando via via l’angolazione del pennino, che parte sulla linea mezzana a un angolo di circa 40° per diventare quasi verticale una volta raggiunta la linea di base.
Viene usato un pennino a punta diritta e l’altezza minima è pari a cinque-sei volte la larghezza del pennino.

MINUSCOLA CAROLINA VIII – XI secolo

La Minuscola Carolina (o Minuscola Carolingia), si sviluppò nell’VIII secolo come un versione riveduta della Semionciale e sopravvisse in questa forma fino all’XI secolo, prima di evolversi nel Gotico Antico. La distinzione principale tra la Carolina e la Semionciale sta nello strumento utilizzato. Una penna diritta per la Semionciale e una penna inclinata per la Carolina.

La Minuscola Carolina è una delle calligrafie più semplici da padroneggiare. Come scrittura riformata aveva come primo obiettivo la leggibilità. Le lettre sono sempre ben distinte,prive di abbellimenti e con legature minime.
Viene sempre scritta con penna inclinata ed un angolazione di 35° circa.

GOTICO ANTICO – XI – XIII secolo

Il Gotico Antico fu ampiamente usato nella maggior parte dell’Europa occidentale dalla fine dell’XI fino alla metà del XIII secolo, periodo compreso tra la fine dell’era carolina e l’inizio di quella gotica. Si sviluppò direttamente dalla Minuscola Carolina: Era più compatta e ovale della scrittura precedente e prestava maggiore attenzione a particolari come le grazie e i piedi delle lettere. La sua evoluzione fu probabilmente il semplice risultato di amanuensi che modificarono il taglio della punta del pennino da diritto a obliquo. Come scrittura nacque nelle aree di influenza normanna e angioina (principalmente in Inghilettera e Francia) prima di diffondersi in Germani settentrionale, Scandinavia, Spagna, Sicilia, e in parte dell’Italia.

Il Gotico Antico si disegna con una penna diritta e ha un aspetto compatto e verticale, contrastato dall’andamento orizzontale della grazia a cuneo sulla linea mezzana. L’altezza dell’occhio medio varia da quattro a sei volte l’occhio del pennino, e ascendenti e discendenti spesso eguagliano questa altezza. La grande variazione  dell’angolo del pennino (tra i 10° e i 40°) comporta differenti tipi di grazie. La più distintiva è la grazia spaccata sulle ascendenti delle lettere b, d, h, k, e l.

TEXTURA QUADRATA – XIII - XVI secolo

Dall’inizio del XIII secolo, il Gotico Antico si sviluppò in una calligrafia spigolosa, non corsiva, conosciuta come Textura Quadrata (Lettera Nera). Il nome Textura si riferisce all’aspetto generale della scrittura, che ricorda una trama intessuta. La scrittura rappresentò un cambiamento rivoluzionario nella calligrafia: dopo aver cercato per secoli di dare ad ogni lettera una propria identificazione, improvvisamente le singole lettere vengono subordinate al complessivo effetto strutturale.
Con i suoi tratti densi e spigolosi, con i piedi e le teste delle lettere a forma di diamante, la Quadrata è per molti la rappresentazione grafica del Medioevo. Nell’Europa settentrionale, fu usata nel XVI secolo per manoscritti liturgici, seconda solo dal punto di vista del prestigio alla sua scrittura gemella Precisus. Il declino della Quadrata come scrittura libraria elegante può essere in parte dovuto alla richiesta di libri più piccoli e maneggevoli, per i quali erano più indicate scritture di dimensione più contenuta. Ma essa continuò a sopravvivere nel XX secolo in forma di lettere da ritagliare, lettere per vetri colorati, interstazione di documenti. In Europa fu largamente impiegata per insegne di negozi e testate di giornali.

IL PUNTNO SULLE I
L’uniformicità tipica della Textura Quadrata rappresentò un’interessante innovazione che rimane in uso ancora oggi. Essendo la i facilmente confondibile con le altre lettere, per distinguerla vi fu posta sopra una lineetta (che da tardo XIV secolo si trasformò in puntino. Con una coda aggiuntiva, la lettera i diventa anche una j. Questo cambiamento, insieme all’inclusione tardomedievale della w e alla distinzione tra v e u, PORTO’ ALLA FORMAZIONE DELLE 26 LETTERE DELL’ALFABETO MODERNO.



Caratteristica della Textura Quadrata è la struttura verticale delle lettere. Le curve sono praticamente inesistenti e i tratti differiscono il meno possibile uno dall’altro. Il rigore è interrotto solo dall’uso di tratti sottili creati trascinando l’inchiostro umido con l’angolo del pennino. Altri elementi distintivi sono le ascendenti spaccate e i piedi delle lettere a forma di diamante, divisi da un piccolo spazio.
Per la Quadrata si usa una penna inclinata. Per i tratti dell’asta la penna è tenuta tra 35° e 45° che viene man mano diminuito
Per disegnare i tratti di congiunzione. L’altezza dell’occhio medio è generalmente cinque volte la larghezza del pennino. Lo strumento più adatto per disegnare le lettere in Textura Quadrata è il calamo.
Disegnare la grazia di destra.
L’ascendente spaccata si disegna con due tratti. Iniziate sopra la linea mezzana, trascinando il pennino in basso verso sinistra.
La grazia di sinistra.
La grazie di sinistra dovrebbe essere un poco più corta. Usate l’angolo sinistro del pennino facendo scorrere l’inchiostro del tratto precedente.
Effetto strutturale.
Per ottenere questo effetto omogeneo, gli spazi interni e tra lettera e lettera dovrebbero essere uguali alla larghezza di un tratto. Lo spazio tra le parole è di circa due volte la larghezza del pennino, mentre l’altezza della lettera  è di 5 volte il pennino.

TEXTURA PRESCISUS -  XII – XVI secolo

L’impiego Textura Pecisus (Textualis Prescissa) è parallelo a quella della Quadrata sia per la durata come scrittura libraria , sia per lo sviluppo dello stile Textura Le due scritture usavano anche le stesse Capitali e le stesse Versali. La loro differenza principale è indicata nell’aggiunta del nome Prescisus , vel sine pedibus, cioè “con i piedi tagliati” . Le lettere di questa calligrafia presentano infatti una base squadrata.
E’ una scrittura molto impegnativa. Gli amanuensi dovevano possedere una particolare destrezza nel maneggiare una penna inclinata per ottenere i piedi che imitavano il segno di una penna diritta. L’enorme quantità di tempo necessaria ne limitava l’utilizzo a libri prestigiosi e di grande formato. Il suo uso iniziò a declinare verso la fine del periodo gotico e l’introduzione della stampa ne segnò il definitivo abbandono.

La principale differenza tra la Quadrata e la Prescisus è l’assenza in quest’ultima dei piedi a diamante, le ascendenti spaccate sono ridotte o a testa piatta, nella sua forma estrema le terre a, c, d, ed e, sono senza linea di base. La pescisus ha una base più delicata e ,o spazio interlineare è quasi uguale all’altezza dell’occhio medio.
L’altezza dell’occhio medio è di circa cinque volte la larghezza del pennino. Viene disegna con una penna inclinata ed un’angolazione di 45°.
Per ottenere una base piatta dell’asta tracciatene il contorno e riempite l’area facendovi scorrere l’inchiostro fresco con l’angolo del pennino.
Un secondo metodo comporta la rotazione della penna alla base dell’asta. In alternativa la rotazione può iniziare dalla testa dell’asta.
Le grazie.
Con i piedi squadrati, anche le grazie a testa piatta sono realizzare con una penna inclinata. Un metodo consiste nel tracciare il contorno della grazia con l’angolo del pennino prima di riempirla con l’inchiostro.

CAPITALI GOTICHE E VERSALI – XII – XVI secolo

La principale differenza tra le Capitali Gotiche e le Versali sta nella loro costruzione: le Capitali Gotiche sono scritte con tratti singoli, mentre le Versali sono costituite da diversi tratti composti. Una Versale è un singola lettera  iniziale, di dimensione più grande rispetto al testo scritto e usata per indicare un titolo, un capitolo o un’apertura di un paragrafo. La dimensione della Versale e la quantità di oro e colore usati per decorarla è direttamente proporzionale alla funzione dell’iniziale all’interno del testo. Anche se meno imponente della Versale, la Capitale Gotica è ricca di elaborazioni sotto forma di sottili tratti verticali o diagonali.
Fu nel testo gotico che le lettere capitali e minuscole apparvero per la prima volta insieme. Le capitali Gotiche con lo stesso ductus delle minuscole, erano usate all’interno del testo per iniziare una frase o indicare un nome proprio. In frasi importanti o poesie, Le Capitali Gotiche erano spesso sostituite dalle Versali. Nella forma più semplice, una Versale può essere una lettera contornata riempita di colore. Nelle forme più sofisticate, può essere istoriata, zoomorfa o ornata con motivi floreali. In alternativa la decorazione può essere astratta, con motivi a spirale, greche e nastri intrecciati.

Le Capitali Gotiche seguono lo stesso ductus delle minuscole e sono anch’esse scritte con penna inclinata. Hanno però un aspetto più arrotondato e ampio di quello rigorosamente formale delle minuscole e le due forme contrastano notevolmente quando sono accostate. Il numero di svolazzi della Capitale Gotica le rende inadatta per scrivere una parola intera. Un buona alternativa è la Capitale Longobarda.
La sua altezza è circa sette volte la larghezza del pennino, cioè il doppio della minuscola.
Lo spazio interno della lettera è ridotto da filetti sottili disegnati con l’angolo del pennino: solitamente uno o due veticali e uno sottile sui due lati di un tratto diagonale spesso.
Sporgenze e becchi a uncino.
Ai tratti verticali delle capitali Gotiche può esser dato maggior rilievo con sporgenze e becchi a uncino. In genere i calligrafi aggiungo tra sporgenze arrotondate o a uncino. Usate preferibilmente le medesime sporgenze (o a uncino o arrotondate) nel medesimo scritto.

CAPITALE LONGOBARDA – XI – XX secolo

Una Capitale Longobarda è una lettera composta, caratterizzata da aste curve e da grazie monotratto. A differenza delle più decorate Capitali Gotiche, le lettere longobarde furono usate per scrivere intere parole e frasi. Ebbero successo come capitali decorate, si in forma scritta sia incisa per iscrizioni monumentali. La scrittura fu molto utilizzata nella seconda metà dell’XI secolo, per poi essere sostituita nel XVI secolo, per avere un nuovo periodo di gloria in Inghilterra, soprattutto come lettera monumentale, durante il revival gotico del XIX secolo.
In alcune fonti, questa scrittura si trova citata come “lombarda” e come tale è ufficialmente riconosciuta in vari paesi, avendo la sua denominazione seguito lo stesso processo linguistico che ha trasformato Longobardia in Lombardia.
A differenza di tutte le scritture fin’ora presentate, la capitale Longobarda non è un movimento naturale della mano.
I fianchi delle aste descrivono una curva verso l’interno, solitamente disegnata con il pennino orizzontale. Appaiono leggermente concave e non presentano filetti orizzontali all’estremità dell’asta.
Costituisce anche la base per molte versali e la quantità di abbellimenti e decorazioni è limitata solo dalla immaginazione dell’amanuense. E’ stata largamente usata anche su tessuto, metallo vetro e ceramica.

Non esiste un documento storico con una serie completa di Capitali Longobarde e quelle presentate sono state ricavate da fonti diverse. Fate attenzione allo spessore del tratto, all’uniformità delle grazie e al grado decompressione o espansione delle lettere. Il disegno comporta l’uso di pennini diversi a seconda del tratto da eseguire.
Aste concave.
Possono essere create sovrapponendo due larghi tratti curvi e aggiungendo poi i filetti orizzontali alle estremità.
Usate un pennino a punta stretta per aggiungere dei pallini al termine delle grazie.
Definite le lettere tondeggianti disegnando prima il cerchi esterno o quello interno.
Per regolare il livello di espansione o compressione, usate come guide gli spazi all’interno dei caratteri. Le lettere compresse hanno grazie più corte. Gli archi possono essere arrotondati o appuntiti.

A partire dal XII secolo, la capitale Longobarda è stata molto utilizzata come capitale decorata. La decorazione può variare da semplici linee di contorno a complessi disegni realizzati a colori e con l’aggiunta di doratura.

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